sabato 26 febbraio 2011

Alcest - Souvenirs D'Un Autre Monde (Recensione)


Tracklist :
1)Printemps Emeraude
2)Souvenirs D'Un Autre Monde
3)Les Iris
4)Ciel Errant
5)Sur L'Autre Rive Je T'Attendrai
6)Tir Nan Og

Ah,le persone col tempo cambiano,non c'è dubbio.
La spensieratezza del fanciullo lascia spazio con gli anni al cinismo e alla disillusione dell'uomo maturo,oramai incapace di sognare.
La carenza di emozioni semplici e spontanee è una costante della vita degli adulti,perennemente infelici e sconsolati dalla monotonia della loro vita.
Per tanto,ripensare agli anni dell'infanzia porta sempre un po' di malinconia,nostalgia per quelle meravigliose estati passate a far nulla.

Questo è,in sintesi,l'affascinante concept che fa da sfondo a "Souvenirs D'Un Autre Monde",debutto degli Alcest. Un debutto coi fiocchi,direi,di quelli da non perdere se nella musica si cerca soprattutto emozione,pura e soprattutto semplice emozione.
Si,perché in un'epoca come la nostra,dove per stupire l'ascoltatore c'è bisogno di inventarsi spettacolari effetti elettronici,o magari di suonare pesantissimo,Neige riesce a comporre,semplicemente imbracciando la chitarra,un disco spontaneo,diretto,infantile,che punta dritto al nostro cuore,ai nostri ricordi.
Non è un'emozione di quelle patinate che si trovano su MTV o a Sanremo,questo è un disco prestato all'Arte e alla poesia,non al vile Dio Danaro,sia beninteso.

Ora,optare per un track by track non avrebbe praticamente senso,per due motivi :
1)Tutte le canzoni sono dei capolavori,non ce n'è una migliore o peggiore delle altre,tutte riescono a trasmetterci sensazioni inaspettate,che potrebbero andare dalla malinconia alla smisurata gioia di vivere tipica di un bambino.
2)Tutte le canzoni seguono più o meno lo stesso stile,ovvero un Post Metal rilassato,sognante ed etereo,con varie incursioni in ambito Neo Folk a rendere il tutto ancora meglio.
Semplicemente mi limito a dire che non ascoltavo un disco così bello da troppo,troppo tempo,che questo disco è stato per me una sorta di medicina per uscire da un periodo della mia vita che definire orripilante è poco.

Neige,mi hai salvato la vita.

VOTO : 9,5

giovedì 10 febbraio 2011

Architects - The Here And Now (Recensione)


Tracklist :
1)Day In Day Out
2)Learn To Live
3)Delete,Rewind
4)Btn
5)An Open Letter To Myself
6)The Blues
7)Red Eyes
8)Stay Young Forever
9)Heartburn
10)Year In Year Out/Up And Away

Qual è il primo fine di un artista,se non quello di trasmettere emozioni,indipendentemente da quali esse siano?
Bene,gli Architects,giovane band Metalcore alla soglia del quarto Full Lenght,hanno deciso di fare proprio questo : trasmettere emozioni,anche a costo di beccarsi critiche abbastanza pesanti dai fan della prima ora (cosa che puntualmente è successa,con recensioni che sono arrivate addirittura a dare l'insufficienza a questo lavoro).
Per fare ciò,i Nostri hanno deciso di impiantare nel loro sound una dose abbastanza massiccia di melodie Emo,senza comunque compromettere l'aggressività di fondo,raggiungendo un risultato sicuramente soddisfacente,anche se magari non eccelso.
Se l'opener "Day In Day Out",canzone decisamente riuscita scelta anche come singolo,si presenta come una mazzata sui denti,la successiva "Learn To Live" si presenta più melodica,ma anche parecchio interessante,con degli inserti quasi Post Metal,ed un ritornello melodico che è tutto,fuorché scontato o banale.
Il disco procede alternandosi fra pesanti mazzate ("Delete,Rewind","Stay Young Forever") ed altre canzoni più interessanti,come la ballata "An Open Letter To Myself",che,contrariamente a quanto mi sarei aspettato,non è la tipica ballata "strappa mutande" in voga fra questi nuovi gruppi Metalcore,ma una song molto rilassata e dai toni quasi sperimentali che sfocia nel finale in un urlo disperato.
Penso che gli Architects abbiano fatto segno,riuscendo ad innovare il loro sound senza comunque risultare banali,scontati o commerciali (il disco,sebbene molto diretto,non è uno di quei lavori che dopo un paio di ascolti dicono tutto quello che avevano da dire,finendo nel dimenticatoio).
Ovviamente i metallari medi,però,dovevano per forza buttare letame addosso a questo lavoro,non certo un capolavoro assoluto,ma sicuramente degno di uno e magari anche più ascolti,ma questo è un altro discorso.
Io sono per la libera espressione,anche in musica,e voi?

Voto : 7,5