sabato 26 marzo 2011

Stand Up And Fight! - Turisas (Recensione)


Tracklist :
1)The March of The Varangian Guard
2)Take The Day!
3)Hunting Pirates
4)Venetoi! - Prasinoi!
5)Stand Up And Fight!
6)The Great Escape
7)Fear The Fear
8)End of An Empire
9)The Bosphorus Freezes Over

Questo 2011 non si era aperto affatto bene,per me : dopo la delusione di "Ukon Wacka" dei Korpiklaani,un lavoro veramente scialbo e al di sotto delle aspettative,avevo bisogno di qualcosa che mi facesse dimenticare quel brutto episodio.
Do un'occhiata alla lista delle nuove uscite e noto che i Turisas hanno pubblicato in questo 2011 il loro nuovo album,"Stand Up And Fight!",a ben 4 anni di distanza dall'ultimo "The Varangian Way".

Il terzo disco è sempre un momento critico per una band,perché bisogna dimostrare se c'è o ci fa.
I Turisas portavano addosso un carico di aspettative enorme,e molti avevano paura che in questo caso l'ispirazione potesse venire meno. Altri,al contrario,speravano nel capolavoro definitivo della band.
Ebbene,dopo svariati ascolti (il disco è stato nel mio lettore,e lo è tutt'ora,per più di un mese),posso affermare che i Turisas ci sono,eccome se ci sono!
"Stand Up And Fight!" è ottimo,parecchio al di sopra della media delle uscite odierne,e ci mostra una band matura decisa ad evolversi senza fossilizzarsi su uno schema precostruito (come hanno fatto ahimè,invece,i sopracitati Korpiklaani...),ma cercando di variare il discorso da album in album,fino a raggiungere una sorta di "perfezione stilistica".
I suoni si fanno sempre più corposi,e le orchestrazioni occupano un posto di maggior importanza rispetto al passato,a discapito delle influenze Folk,presenti solo in pochi episodi,tanto che,ora come ora,faccio un po' di fatica ad inquadrare il genere dei Nostri come "Folk Metal".
Nel disco aleggia un certo spirito "cinematografico",riscontrabile a partire dalla copertina che ricorda un film degli anni '50.
Basta ascoltare,per esempio,l'opener "March of The Varangian Guard" o la bellissima "Venetoi! - Prasinoi!" (uno degli apici del disco) per accorgersene.
La voce di Mathias presenta un certo flavour "operistico" che riporta alla mente un pezzo da Opera Teatrale,appunto.
Nel capolavoro del disco,"End of An Empire",per esempio,è facile notare tutto ciò,con tanto di cori epici e un finale "col botto" tipico dei film Hollywoodiani di qualche anno fa.
Ho sempre privilegiato l'innovazione alla staticità,purché proposta veramente bene,ed in questo caso penso che ne sia valsa la pena.
Lo spirito battagliero è certo venuto meno,e non pensate neppure di ritrovare una "Battle Metal" o una "Cursed Be The Iron" in questo disco ; qualcuno potrebbe pensare : "I Barbari che si sono imborghesiti",e può darsi anche che sia così,ma al giorno d'oggi sono in pochi a potersi permettere un disco come questo.
Brani come "Hunting Pirates","Stand Up And Fight!" e soprattutto il capolavoro "End of An Empire" non sono roba di tutti i giorni,e la maturità mostrata dai Turisas è qualcosa di realmente sorprendente.
Non mancano ovviamente i difetti,e parlo di qualche episodio leggermente meno riuscito rispetto al resto (mi riferisco a "Fear The Fear" e "The Bosphorus Freezes Over"),ma comunque il disco resta veramente consigliatissimo a tutti coloro che hanno amato i due precedenti.
Insomma,i Turisas si sono dimostrati una band conscia dei propri limiti : ora,però,io mi aspetto sul serio il capolavoro definitivo!

VOTO : 8,5

giovedì 17 marzo 2011

Relent Reckless Forever - Children of Bodom (Recensione)


Tracklist :
1)Not My Funeral
2)Shovel Knockout
3)Rountrip To Hell And Back
4)Pussyfott Miss Suicide
5)Relent Reckless Forever
6)Ugly
7)Cry of The Nihilist
8)Was It Worth It?
9)Northpole Throwdown

I Children of Bodom mi ricordano me durante un normale anno scolastico : dopo un primo quadrimestre generalmente molto buono,pieno di ottimi voti,vi era (e vi è) generalmente un calo,dove non era raro qualche 5,un voto decisamente basso per le mie potenzialità.
Fortunatamente sono sempre riuscito a salvarmi in calcio d'angolo,recuperano all'ultimo anche nelle materie più ostiche (o quasi).
Ebbene,la band ha avuto dei trascorsi musicali più o meno simili : partiti con un trittico di capolavori (per me il miglior resterà sempre il debut "Something Wild"),i nostri sono poi andati progressivamente calando,arrivando a pubblicare due dischi come "Are You Dead Yet?" e "Blooddrunk" che definire deludenti è dire poco.
Insomma,a fronte di un successo che aumentava ad ogni pubblicazione,soprattutto fra i metalheads più giovani,era la qualità che era venuta a mancare.
Questo "Relent Reckless Forever",ormai settima pubblicazione dei Finlandesi,aveva il compito di dimostrare che per i nostri non si era trattato di un colpo di fortuna.

Ebbene,devo constatare con mia enorme soddisfazione che Alexi e co. sembrano essersi ormai ripresi dal periodo di crisi,perché questo nuovo disco mi è piaciuto molto.
Ok,ok,non siamo ai livelli dei primi tre,ma a questo punto credo che solo uno stolto si sarebbe aspettato un altro capolavoro,però è innegabile che in questo caso la qualità media dei brani sia abbastanza alta per poter parlare di un grande ritorno.
A partire dalla bellissima Opener "Not My Funeral",che penso sia la miglior canzone della band dai tempi di Hatecrew Deathroll,fino alla conclusiva "Northpole Throwdown" è veramente difficile annoiarsi.
La band ha cercato di riassumere tutte le influenze,dal Power estremo dei primi dischi,al "Thrash Melodico" dei due precedenti. Guarda caso i pezzi migliori sono quelli dove l'animo più power della band viene alla luce,riscoprendo anche le tastiere,un po' trascurate ultimamente (a tal proposito cito "Rountrip To Hell And Back" e il singolo "Was It Worth It?"),mentre gli episodi più Thrash,in linea con l'ultimo periodo,come per esempio le due canzoni centrali,"Pussyfoot Miss Suicide" e la title - track,risultano si brani piacevoli,ma comunque decisamente di maniera se confrontate al resto del disco.
Anche l'enfant prodige Alexi Lahio si è ricordato di quando suonava per scrivere musica,e non solo per far vedere quanto è bravo,cosa che comunque in questa release non manca di dimostrare,seppur sempre con gusto melodico alquanto perfezionato negli anni (la sua prova vocale,a dire il vero,è un po' statica,ma nulla di grave,e alla fine risulta sempre piacevole).
Il resto della band è autore di una buona prova,seppur restando sempre indietro al frontman per presenza scenica.
Anche la produzione,ovviamente perfetta (senza risultare plasticosa,con mio grande piacere) sembra fare "retrofront",dimenticando il suono sporco e Americano dei due precedenti per ritornare in un'ottica decisamente più vicina al Power.


Insomma,questo è sicuramente un bel disco,per la prima volta capace di mettere d'accordo i fan della prima ora e quelli più giovani dell'ultima,coadiuvato da una bella produzione,e ovviamente pieno di qualche grande pezzo,un sacco di buone canzoni,e neanche una composizione insufficiente!
Dite che è troppo poco per una band che è stata capace di comporre un capolavoro come "Something Wild"? Non importa,a me alla fine dell'anno basta essere promosso,tanto so che valgo più dei voti che prendo...

VOTO : 7,5