mercoledì 20 aprile 2011

Netfriend (?)

Uhm.
Oggi vi volevo parlare di una cosa che con la musica non c'entra nulla.
L'argomento è : gli amici virtuali, o presunti tali, o non presunti tali.
Spesso mi capita di chattare con persone che non conosco e penso mai conoscerò di persona, su Msn ma soprattutto sul nuovo "re" chiamato Facebook.
Con alcuni di loro ho legato molto, tanto che ci sentiamo spesso, e parliamo di cose che vanno dalla musica fino alle cazzatine adolescenziali che piacciono tanto agli adolescenti in preda alle loro cazzatine adolescenziali (io, a quanto pare, ne sono abbastanza immune .-.)
La questione è però un'altra : si possono veramente chiamare "amici" finché non li si conosce di persona?
Insomma, per me è un amico che conosce i tuoi modi di fare, le tue esperienze, le tue simpatie, le tue antipatie, i tuoi pregi e i tuoi difetti, e anche la tua faccia.
Però, se permettete, con i miei cari amici virtuali parlo di cose che con i miei amici "reali" non riesco proprio a trattare : è molto più facile parlare, che ne so, di qualcuno che ti sta sui cosiddetti con uno sconosciuto che non andrà a mettere in giro certe voci perché non gliene interessa molto, piuttosto che con uno del tuo paese che sputtanerà ai quattro venti tutto ciò che gli hai rivelato.

Voi cosa ne pensate? Gli amici virtuali possono essere dei veri amici, o restano delle occasioni per confrontarsi con gente diversa?

sabato 2 aprile 2011

Follow The Blind - Blind Guardian (Recensione)


Tracklist :
1)Inquisition
2)Banish From Sanctuary
3)Damned For All Time
4)Follow The Blind
5)Hall of The King
6)Fast to Madness
7)Beyond The Ice
8)Valhalla
9)Don't Break The Circle
10)Barbara Ann

UN PO' DI STORIA

Anno 1985, Krefeld, Germania : Hansi Kursch, André Olbrich, Marcus Dork e Thomas Stauch, quattro giovani musicisti, decidono di unire il loro nome sotto il monicker di Lucifer's Heritage.
Nel 1986 pubblicano la loro prima demo, Symphonies of Doom, senza tuttavia riuscire a procurarsi un contratto discografico.
Nel 1987 è la volta di Battalions of Fear, loro seconda demo, che riuscì a farli entrare sotto l'egida della No Remorse Record, dopo un rapido cambio di nome in quello attuale.
Ciò permise nel 1988 la registrazione del disco d'esordio, chiamato come la prima demo, Symphonies of Doom ; un disco immaturo e ancora acerbo, che nonostante alcune buone intuizioni non riusciva ad elevarsi al di sopra della sufficienza.
Tuttavia la band ci riprova e, l'anno successivo, viene alla luce il secondo LP, Follow The Blind.
Il miglioramento è evidente, e, sebbene la band ancora dovesse risolvere qualche problema di maturità, il disco ottenne un discreto successo.
Con la pubblicazione del terzo album, Tales From The Twilight Hall, i Bardi di Krefeld sarebbero entrati con prepotenza nell'Olimpo (o forse sarebbe meglio dire nel 'Valhalla,) del Metallo, dando una svolta importantissima a tutto il Power Metal degli anni '90.
Tuttavia, il punto di partenza di tale risultato è senza dubbio questo "Follow The Blind" che, nonostante la sua età (il disco ha ormai più di 20 anni), contiene parecchi classici della band che ancora oggi vengono eseguiti in concerto (una su tutte è l'Immortale "Vahlalla")

Lo stile della band, come detto, era ancora acerbo, e si ispirava al lavoro dei compatrioti Helloween, seppur risultando più vicino in un certo senso al Thrash Metal e allo Speed che non al Power comunemente inteso.
Infatti, dopo una breve intro, l'opener 'Banish From Sanctuary' lancia a tutta velocità quello che è sicuramente uno degli episodi migliori del disco : batteria in doppia cassa, riff veloci e tirati, un Hansi ancora oggettivamente acerbo (all'epoca suonava anche il basso, oltre a cantare) e i primi accenni ai ritornelli epici che in futuro renderanno famosa i Nostri in tutto il mondo.
'Damned For All Time' sembra quasi un pezzo Thrash Metal composto dai Kreator, giusto per restare in una zona geograficamente vicina, ed è uno degli episodi più violenti del disco (da notare che la "violenza" andrà progressivamente a scemare nel corso degli anni, fino ad arrivare ad un disco raffinato e poetico come 'Nightfall in Middle Earth', a parer di chi scrive il capolavoro assoluto della band nonché uno dei migliori dischi Metal di sempre).
La title - track, al contrario, è un mid - tempo sostenuto, a dire il vero di scarsa presa, che si risolleva comunque nella seconda parte del brano, dove il ritmo si alza un po'. Tutto sommato passabile.
E' tempo di headbanging con 'Hall of The King', che considero un piccolo capolavoro dei Bardi : ritmi sostenuti, strofa tiratissima e ritornello epico. La potremmo definire il "prototipo" della canzone - tipo dei Blind Guardian.
Deludenti le successive 'Fast to Madness' e 'Beyond The Ice', che, ad essere sincero, non sono mai riuscite a prendermi in tutti questi anni ; i due pezzi riprendono in totò quanto esposto nella prima parte del disco, senza tuttavia risultare convincenti, anche e soprattutto dopo un capolavoro come 'Hall of The King'.
Va beh, diciamo che sono due canzoni perdonabili, perché adesso ci introdurremo nel mito vero e proprio, inteso come qualcosa di assolutamente eccezionale e fuori da ogni paragone.
'Valhalla' è un Classico, di quelli con la C maiuscola, e la sua presenza ai concerti è ormai d'obbligo.
Non vorrei esagerare, ma è veramente una delle canzoni più belle che abbia mai sentito, sicuramente uno dei pezzi Power migliori dell'epoca, e ogni volta che ascolto il bellissimo ritornello mi eccito come un bambino.
Diciamo che il bello di questo disco è concentrato in gran parte in questi 5 minuti di durata (senza nulla togliere al resto, per carità)
A chiudere troviamo due cover : la prima è "Don't Break The Circle" dei Demon, mentre la seconda è nientepopodimeno che 'Barbara Ann'.
Le due rivisitazioni risultano riuscite e convincenti, soprattutto la seconda, ma, in quanto tali, non me la sento di prenderle in considerazione nel giudizio del disco.
La produzione è sicuramente migliorata rispetto al debutto, ma è comunque perfettibile (ai tempi non doveva essere tanto male, però), e la prestazione della band presenta, a dire il vero, ancora qualche piccola incertezza, soprattutto per quanto riguarda i soli di André.


In conclusione i Blind Guardian del 1989 suonano più coesi rispetto al debut, e più consci delle proprie capacità e dei propri limiti.
Non riesco a considerare il disco un capolavoro, ma la presenza di due canzoni come 'Valhalla' e 'Hall of The King', oltre che di altri buoni pezzi sparsi per il disco, mi fanno propendere decisamente per un buon voto a questo lavoro.
Insomma, non sarà bello come i dischi successivi, ma il miglioramento c'è stato, e si vede.

VOTO : 7,0

sabato 26 marzo 2011

Stand Up And Fight! - Turisas (Recensione)


Tracklist :
1)The March of The Varangian Guard
2)Take The Day!
3)Hunting Pirates
4)Venetoi! - Prasinoi!
5)Stand Up And Fight!
6)The Great Escape
7)Fear The Fear
8)End of An Empire
9)The Bosphorus Freezes Over

Questo 2011 non si era aperto affatto bene,per me : dopo la delusione di "Ukon Wacka" dei Korpiklaani,un lavoro veramente scialbo e al di sotto delle aspettative,avevo bisogno di qualcosa che mi facesse dimenticare quel brutto episodio.
Do un'occhiata alla lista delle nuove uscite e noto che i Turisas hanno pubblicato in questo 2011 il loro nuovo album,"Stand Up And Fight!",a ben 4 anni di distanza dall'ultimo "The Varangian Way".

Il terzo disco è sempre un momento critico per una band,perché bisogna dimostrare se c'è o ci fa.
I Turisas portavano addosso un carico di aspettative enorme,e molti avevano paura che in questo caso l'ispirazione potesse venire meno. Altri,al contrario,speravano nel capolavoro definitivo della band.
Ebbene,dopo svariati ascolti (il disco è stato nel mio lettore,e lo è tutt'ora,per più di un mese),posso affermare che i Turisas ci sono,eccome se ci sono!
"Stand Up And Fight!" è ottimo,parecchio al di sopra della media delle uscite odierne,e ci mostra una band matura decisa ad evolversi senza fossilizzarsi su uno schema precostruito (come hanno fatto ahimè,invece,i sopracitati Korpiklaani...),ma cercando di variare il discorso da album in album,fino a raggiungere una sorta di "perfezione stilistica".
I suoni si fanno sempre più corposi,e le orchestrazioni occupano un posto di maggior importanza rispetto al passato,a discapito delle influenze Folk,presenti solo in pochi episodi,tanto che,ora come ora,faccio un po' di fatica ad inquadrare il genere dei Nostri come "Folk Metal".
Nel disco aleggia un certo spirito "cinematografico",riscontrabile a partire dalla copertina che ricorda un film degli anni '50.
Basta ascoltare,per esempio,l'opener "March of The Varangian Guard" o la bellissima "Venetoi! - Prasinoi!" (uno degli apici del disco) per accorgersene.
La voce di Mathias presenta un certo flavour "operistico" che riporta alla mente un pezzo da Opera Teatrale,appunto.
Nel capolavoro del disco,"End of An Empire",per esempio,è facile notare tutto ciò,con tanto di cori epici e un finale "col botto" tipico dei film Hollywoodiani di qualche anno fa.
Ho sempre privilegiato l'innovazione alla staticità,purché proposta veramente bene,ed in questo caso penso che ne sia valsa la pena.
Lo spirito battagliero è certo venuto meno,e non pensate neppure di ritrovare una "Battle Metal" o una "Cursed Be The Iron" in questo disco ; qualcuno potrebbe pensare : "I Barbari che si sono imborghesiti",e può darsi anche che sia così,ma al giorno d'oggi sono in pochi a potersi permettere un disco come questo.
Brani come "Hunting Pirates","Stand Up And Fight!" e soprattutto il capolavoro "End of An Empire" non sono roba di tutti i giorni,e la maturità mostrata dai Turisas è qualcosa di realmente sorprendente.
Non mancano ovviamente i difetti,e parlo di qualche episodio leggermente meno riuscito rispetto al resto (mi riferisco a "Fear The Fear" e "The Bosphorus Freezes Over"),ma comunque il disco resta veramente consigliatissimo a tutti coloro che hanno amato i due precedenti.
Insomma,i Turisas si sono dimostrati una band conscia dei propri limiti : ora,però,io mi aspetto sul serio il capolavoro definitivo!

VOTO : 8,5

giovedì 17 marzo 2011

Relent Reckless Forever - Children of Bodom (Recensione)


Tracklist :
1)Not My Funeral
2)Shovel Knockout
3)Rountrip To Hell And Back
4)Pussyfott Miss Suicide
5)Relent Reckless Forever
6)Ugly
7)Cry of The Nihilist
8)Was It Worth It?
9)Northpole Throwdown

I Children of Bodom mi ricordano me durante un normale anno scolastico : dopo un primo quadrimestre generalmente molto buono,pieno di ottimi voti,vi era (e vi è) generalmente un calo,dove non era raro qualche 5,un voto decisamente basso per le mie potenzialità.
Fortunatamente sono sempre riuscito a salvarmi in calcio d'angolo,recuperano all'ultimo anche nelle materie più ostiche (o quasi).
Ebbene,la band ha avuto dei trascorsi musicali più o meno simili : partiti con un trittico di capolavori (per me il miglior resterà sempre il debut "Something Wild"),i nostri sono poi andati progressivamente calando,arrivando a pubblicare due dischi come "Are You Dead Yet?" e "Blooddrunk" che definire deludenti è dire poco.
Insomma,a fronte di un successo che aumentava ad ogni pubblicazione,soprattutto fra i metalheads più giovani,era la qualità che era venuta a mancare.
Questo "Relent Reckless Forever",ormai settima pubblicazione dei Finlandesi,aveva il compito di dimostrare che per i nostri non si era trattato di un colpo di fortuna.

Ebbene,devo constatare con mia enorme soddisfazione che Alexi e co. sembrano essersi ormai ripresi dal periodo di crisi,perché questo nuovo disco mi è piaciuto molto.
Ok,ok,non siamo ai livelli dei primi tre,ma a questo punto credo che solo uno stolto si sarebbe aspettato un altro capolavoro,però è innegabile che in questo caso la qualità media dei brani sia abbastanza alta per poter parlare di un grande ritorno.
A partire dalla bellissima Opener "Not My Funeral",che penso sia la miglior canzone della band dai tempi di Hatecrew Deathroll,fino alla conclusiva "Northpole Throwdown" è veramente difficile annoiarsi.
La band ha cercato di riassumere tutte le influenze,dal Power estremo dei primi dischi,al "Thrash Melodico" dei due precedenti. Guarda caso i pezzi migliori sono quelli dove l'animo più power della band viene alla luce,riscoprendo anche le tastiere,un po' trascurate ultimamente (a tal proposito cito "Rountrip To Hell And Back" e il singolo "Was It Worth It?"),mentre gli episodi più Thrash,in linea con l'ultimo periodo,come per esempio le due canzoni centrali,"Pussyfoot Miss Suicide" e la title - track,risultano si brani piacevoli,ma comunque decisamente di maniera se confrontate al resto del disco.
Anche l'enfant prodige Alexi Lahio si è ricordato di quando suonava per scrivere musica,e non solo per far vedere quanto è bravo,cosa che comunque in questa release non manca di dimostrare,seppur sempre con gusto melodico alquanto perfezionato negli anni (la sua prova vocale,a dire il vero,è un po' statica,ma nulla di grave,e alla fine risulta sempre piacevole).
Il resto della band è autore di una buona prova,seppur restando sempre indietro al frontman per presenza scenica.
Anche la produzione,ovviamente perfetta (senza risultare plasticosa,con mio grande piacere) sembra fare "retrofront",dimenticando il suono sporco e Americano dei due precedenti per ritornare in un'ottica decisamente più vicina al Power.


Insomma,questo è sicuramente un bel disco,per la prima volta capace di mettere d'accordo i fan della prima ora e quelli più giovani dell'ultima,coadiuvato da una bella produzione,e ovviamente pieno di qualche grande pezzo,un sacco di buone canzoni,e neanche una composizione insufficiente!
Dite che è troppo poco per una band che è stata capace di comporre un capolavoro come "Something Wild"? Non importa,a me alla fine dell'anno basta essere promosso,tanto so che valgo più dei voti che prendo...

VOTO : 7,5

sabato 26 febbraio 2011

Alcest - Souvenirs D'Un Autre Monde (Recensione)


Tracklist :
1)Printemps Emeraude
2)Souvenirs D'Un Autre Monde
3)Les Iris
4)Ciel Errant
5)Sur L'Autre Rive Je T'Attendrai
6)Tir Nan Og

Ah,le persone col tempo cambiano,non c'è dubbio.
La spensieratezza del fanciullo lascia spazio con gli anni al cinismo e alla disillusione dell'uomo maturo,oramai incapace di sognare.
La carenza di emozioni semplici e spontanee è una costante della vita degli adulti,perennemente infelici e sconsolati dalla monotonia della loro vita.
Per tanto,ripensare agli anni dell'infanzia porta sempre un po' di malinconia,nostalgia per quelle meravigliose estati passate a far nulla.

Questo è,in sintesi,l'affascinante concept che fa da sfondo a "Souvenirs D'Un Autre Monde",debutto degli Alcest. Un debutto coi fiocchi,direi,di quelli da non perdere se nella musica si cerca soprattutto emozione,pura e soprattutto semplice emozione.
Si,perché in un'epoca come la nostra,dove per stupire l'ascoltatore c'è bisogno di inventarsi spettacolari effetti elettronici,o magari di suonare pesantissimo,Neige riesce a comporre,semplicemente imbracciando la chitarra,un disco spontaneo,diretto,infantile,che punta dritto al nostro cuore,ai nostri ricordi.
Non è un'emozione di quelle patinate che si trovano su MTV o a Sanremo,questo è un disco prestato all'Arte e alla poesia,non al vile Dio Danaro,sia beninteso.

Ora,optare per un track by track non avrebbe praticamente senso,per due motivi :
1)Tutte le canzoni sono dei capolavori,non ce n'è una migliore o peggiore delle altre,tutte riescono a trasmetterci sensazioni inaspettate,che potrebbero andare dalla malinconia alla smisurata gioia di vivere tipica di un bambino.
2)Tutte le canzoni seguono più o meno lo stesso stile,ovvero un Post Metal rilassato,sognante ed etereo,con varie incursioni in ambito Neo Folk a rendere il tutto ancora meglio.
Semplicemente mi limito a dire che non ascoltavo un disco così bello da troppo,troppo tempo,che questo disco è stato per me una sorta di medicina per uscire da un periodo della mia vita che definire orripilante è poco.

Neige,mi hai salvato la vita.

VOTO : 9,5

giovedì 10 febbraio 2011

Architects - The Here And Now (Recensione)


Tracklist :
1)Day In Day Out
2)Learn To Live
3)Delete,Rewind
4)Btn
5)An Open Letter To Myself
6)The Blues
7)Red Eyes
8)Stay Young Forever
9)Heartburn
10)Year In Year Out/Up And Away

Qual è il primo fine di un artista,se non quello di trasmettere emozioni,indipendentemente da quali esse siano?
Bene,gli Architects,giovane band Metalcore alla soglia del quarto Full Lenght,hanno deciso di fare proprio questo : trasmettere emozioni,anche a costo di beccarsi critiche abbastanza pesanti dai fan della prima ora (cosa che puntualmente è successa,con recensioni che sono arrivate addirittura a dare l'insufficienza a questo lavoro).
Per fare ciò,i Nostri hanno deciso di impiantare nel loro sound una dose abbastanza massiccia di melodie Emo,senza comunque compromettere l'aggressività di fondo,raggiungendo un risultato sicuramente soddisfacente,anche se magari non eccelso.
Se l'opener "Day In Day Out",canzone decisamente riuscita scelta anche come singolo,si presenta come una mazzata sui denti,la successiva "Learn To Live" si presenta più melodica,ma anche parecchio interessante,con degli inserti quasi Post Metal,ed un ritornello melodico che è tutto,fuorché scontato o banale.
Il disco procede alternandosi fra pesanti mazzate ("Delete,Rewind","Stay Young Forever") ed altre canzoni più interessanti,come la ballata "An Open Letter To Myself",che,contrariamente a quanto mi sarei aspettato,non è la tipica ballata "strappa mutande" in voga fra questi nuovi gruppi Metalcore,ma una song molto rilassata e dai toni quasi sperimentali che sfocia nel finale in un urlo disperato.
Penso che gli Architects abbiano fatto segno,riuscendo ad innovare il loro sound senza comunque risultare banali,scontati o commerciali (il disco,sebbene molto diretto,non è uno di quei lavori che dopo un paio di ascolti dicono tutto quello che avevano da dire,finendo nel dimenticatoio).
Ovviamente i metallari medi,però,dovevano per forza buttare letame addosso a questo lavoro,non certo un capolavoro assoluto,ma sicuramente degno di uno e magari anche più ascolti,ma questo è un altro discorso.
Io sono per la libera espressione,anche in musica,e voi?

Voto : 7,5

mercoledì 5 gennaio 2011

E il 2011 come sarà?

Bene,dopo lo "speciale" dedicato alle migliori uscite del 2010,eccone un altro dove tratteremo delle uscite più attese (da me e da voi) in questo nuovo anno.

Andiamo subito al sodo,dunque,perché i Korpiklaani pubblicheranno il loro nuovo disco "Ukon Wacka" nei primi giorni di Febbraio,e si preannuncia già un discone in linea con le precedenti releases della band,come potete ascoltare anche voi dal nuovo singolo rilasciato dalla band,una nuova ballata alcoolica dedicata nientepopodimeno che al Tequila!
Che dire! Io non vedo l'ora!

Anche i Children of Bodom,dopo il deludente Blooddrunk,si apprestano alla pubblicazione di un nuovo disco,che corrisponde al nome di "Relent Reckless Forever",in uscita a Marzo.
Di seguito potete ascoltare il primo singolo,"Was It Worth It".
Riusciranno i cinque Finlandesi a riprendersi un trono,quello del Death Metal Melodico,che un tempo era stato loro grazie a capolavori come Something Wild e Hatebreeder?
Spero proprio di si,a me il singolo piace molto,e penso che comprerò l'album al lancio.ù

Dopo un debutto coi fiocchi,anche i Les Discrets pubblicheranno un nuovo disco,con mia grande sorpresa,dato che il precedente lavoro risale solamente al 2010.
E' di ieri infatti la notizia dell'entrata della band nei Drudenhaus Studios per cominciare le registrazioni del nuovo full lenght,del quale non si sa...nulla.
Beh,dopo un debut così io sono totalmente fiducioso,ma spero che tutta questa fretta non li faccia sbandare,sarebbe davvero un peccato.

Dopo 3 anni di inattività,anche gli Slipknot dovrebbero pubblicare un disco quest'anno,ma l'improvvisa scomparsa del bassista Paul Gray sembra aver lasciato un vuoto incolmabile nella band,tanto che non si è capito ancora se la band continuerà o no (a detta di Jordison si,ma Corey dice di no...)
Ad ogni modo,quel che è certo è che la band sembra aver cominciato le registrazioni del nuovo disco che,a detta di Jordison sarà "un lavoro molto pesante,con molte parti strumentali",insomma una sorta di seguito del bellissimo "All Hope is Gone".

Altro annuncio "a sorpresa" è quello dei Rhapsody of Fire che,dopo aver pubblicato il bellissimo "The Frozen Tears of Angel" solamente l'anno scorso,annunciano che il prossimo disco si farà e...uscirà già nel 2011.
Che dire,a quanto pare i Nostri sembrano aver ritrovato l'ispirazione,merito forse anche della trasferta sotto Nuclear Blast.
Ho sempre amato questa grandissima band,e dopo l'ultimo album sono decisamente fiducioso!


Bene,queste erano le releases che mi interessano di più in particolare.
Questo 2011,però,porterà anche un sacco di uscite "minori" (minori certamente per me),come il nuovo disco dei Manowar (finalmente!),o,meglio ancora,il nuovo lavoro dei Trivium (si vocifera che sia un ritorno al possente metalcore degli esordi,come anticipato dalla stupenda canzone "Shattering The Skies Above").
Poi,mmm,beh,nulla è stato confermato,ma io mi aspetterei anche un nuovo disco da parte dei mitici Ensiferum,che,nel caso dovessero annunciare qualcosa,saranno sicuramente i benvenuti fra le mura della mia casa (soprattutto dopo un discone come "From Afar").
Anche i titani del Thrash Teutonico,i mitici Kreator,dovrebbero ritornare quest'anno.
Gli Alestorm pubblicheranno un nuovo disco,chiamato "Back Through Time",che verrà pubblicato,presumibilmente,quest'estate,e che,almeno per me,dovrà essere una conferma delle grandi qualità di questa band!

Bene,penso che abbiamo finito,anche se,per problemi di memoria,ho omesso altre uscite importanti.
Come potete vedere il piatto è ricco,molto ricco.
E voi quali dischi attendete per questo 2011?
Lasciate un commento e fatemelo sapere.